PADI ESPERIENZE: Il corso PADI Rescue Diver di Francesca
Trentasei miglia nautiche è la distanza che separa la mia città‚ Palermo‚ da Ustica. Nelle giornate in cui c’è buona visibilità‚ dalle coste palermitane è possibile scorgere l’isola all’orizzonte e sentirne la vicinanza e la mancanza.
Questa piccola oasi in mezzo al mare conosciuta come “la perla nera del Mediterraneo”‚ è una vera e propria calamita per gli appassionati della subacquea. Con una circonferenza di circa 12 km‚ ad Ustica si contano oltre 20 siti di immersione alcuni dei quali sono considerati patrimonio faunistico con pochi eguali.
Grazie alla sua Area Marina Protetta il mondo sommerso di Ustica è uno scrigno di tesori che costituiscono una rarità nei nostri mari ormai a rischio: grotte di ogni tipo‚ anfratti‚ secche‚ canyon‚ banchi di barracuda‚ la cernia bruna (denominata regina dei fondali)‚ ricciole‚ gorgonie e tanto‚ tantissimo altro ancora.
La mia esperienza personale sull’isola di Ustica e giù‚ nei suoi fondali‚ è cominciata nel mese di luglio. Avevo sentito tante volte parlare della bellezza sommersa incontaminata di Ustica ma vederlo con i miei occhi e viverlo in prima persona mi ha aperto un mondo e mi ha dato una certezza: sarei tornata tante‚ tante altre volte per conoscere‚ scoprire e godere sempre di più di questo mondo spettacolare a due passi da casa mia.
Fu così che per caso (o quasi) ho conosciuto Evasioni Blu Diving: un porto sicuro‚ preparato‚ preciso e organizzato cui affidarsi per godere al 100% delle bellezze sottomarine usticesi.
Avendo cessato per alcuni anni l’attività subacquea‚ inizialmente l’idea di tornare nel blu profondo mi emozionava e innervosiva allo stesso tempo‚ temevo di aver perso confidenza con il mare e con l’attrezzatura subacquea.
Tuttavia‚ è bastato conoscere Rino ed Esther‚ imbarcarmi sul loro gommone diving‚ indossare muta‚ pinne‚ maschera‚ GAV‚ bombola ed erogatore‚ tuffarmi in acqua e andare giù accompagnata dalla loro esperienza‚ per riacquisire sicurezza e ritrovare la mia passione per le immersioni che è tornata più forte e travolgente di prima.
Effettivamente la passione per la subacquea è tornata forte‚ così tanto da decidere di voler ampliare e arricchire le mie conoscenze‚ competenze e il mio livello di esperienza ponendomi un nuovo e importante obiettivo: ottenere la qualifica di PADI RESCUE DIVER.
Nel mese di settembre così‚ ho preso l’aliscafo per ritornare sull’isola di Ustica.
LA MIA ESPERIENZA DEL RESCUE DIVER E EFR PRIMARY & SECONDARY CARE
Diventare un PADI Rescue Diver è un passo molto importante per un subacqueo perché garantisce la propria sicurezza e quella degli altri compagni di immersione. Un Rescue Diver‚ deve essere capace di individuare e risolvere situazioni di emergenza durante tutte le fasi che precedono‚ comprendono e seguono l’immersione.
L’avventura verso il brevetto PADI RESCUE DIVER è stata a dir poco coinvolgente‚ interessante‚ ricca di emozioni e (non può certo mancare) divertimento!
Il team rescue‚ composto da me‚ Lorenza‚ Andrea e ovviamente Rino ed Esther è stato un valore aggiunto all’esperienza e la forte passione per il mare e la subacquea ci ha uniti nell’intraprendere questo percorso.
In molti mi avevano descritto il corso PADI Rescue Diver come il più impegnativo ma anche ricco di soddisfazioni tra i tanti corsi di subacquea esistenti...
In molti mi avevano descritto il corso PADI Rescue Diver come il più impegnativo ma anche ricco di soddisfazioni tra i tanti corsi di subacquea esistenti e ho potuto constatare tali affermazioni nei diversi giorni dedicati a teoria e pratica attraverso esercizi di addestramento in acque usticesi.
Il corso PADI Rescue Diver prepara a gestire consapevolmente un’emergenza senza agire istintivamente e quindi ad evitare errori di valutazione nell’intervento di soccorso. Per imparare ma soprattutto comprendere bene COME gestire un’emergenza è stato fondamentale lo studio‚ innanzitutto‚ delle diverse cause che scatenano lo stress in un subacqueo‚ un aspetto a mio avviso tra i più interessanti del corso.
Poiché un intervento di soccorso richiede necessariamente una mente lucida e preparata‚ durante le lezioni teoriche abbiamo approfondito gli aspetti psicologici del salvataggio e i sistemi che ti permettono di capire e identificare una condizione di stress in un subacqueo.
Abbiamo avuto modo di studiare i vari “campanelli d’allarme”‚ distinguendo quelli “visibili” e che quindi tendono a manifestarsi (un tremore ad esempio)‚ da quelli latenti‚ difficilmente riconoscibili‚ che se non identificati‚ possono creare delle situazioni di emergenza (eccessiva loquacità o silenzio). Pertanto un PADI Rescue diver deve essere un attento osservatore e deve saper captare e decifrare gli altri‚ per poi agire‚ a seconda delle situazioni‚ nel modo più opportuno.
Da questo punto di vista il corso PADI Rescue Diver mi ha aperto le porte di un mondo completamente nuovo e soprattutto mi ha avvicinato ad un altro modo di vedere e vivere la subacquea‚ più attento ai dettagli‚ più consapevole delle circostanze e senza dubbio più responsabile e sicuro.
Dal punto di vista pratico invece‚ durante i vari addestramenti in acqua‚ abbiamo imparato (attraverso la simulazione di ipotetici scenari) come soccorrere un subacqueo in difficoltà e come comportarci in ogni fase del soccorso‚ tenendo sempre in considerazione l’ambiente circostante.
Tecniche di auto soccorso‚ riconoscimento‚ trattamento e salvataggio di subacquei in panico‚ coscienti‚ non coscienti in superficie o sott’acqua‚ tecniche di respirazione artificiale in acqua‚ gestione di problemi termici‚ sono solo alcuni dei tanti addestramenti che abbiamo eseguito.
Questo è senza dubbio l’aspetto del corso che più di tutti ha messo a dura prova le mie abilità. Mi sono resa conto non solo della difficoltà nella gestione di un’emergenza‚ che richiede addestramento continuo‚ sangue freddo e conoscenza dei piani d’azione per intervenire in sicurezza‚ ma anche dell’importanza che ha per un subacqueo una formazione come questa.
Il percorso per diventare PADI Rescue diver prevede inoltre l’acquisizione di abilità salvavita‚ attraverso la formazione EFR (Emergency First Response). Nello specifico l’EFR prepara alla gestione di emergenze che mettono a rischio la vita delle persone ed è per questo che chiunque (non solo i subacquei) dovrebbe avere una preparazione di questo tipo.
Sapere come si pratica la RCP (rianimazione cardio-polmonare)‚ come si utilizza un DAE (defibrillatore automatizzato esterno)‚ come applicare le barriere (pocket mask) per somministrare ossigeno‚ come comportarsi in una situazione di emergenza per agire preventivamente ed evitare ulteriori danni‚ può fare la differenza e soprattutto può permetterti di salvare una vita.
Durante la formazione‚ abbiamo simulato diverse situazioni di emergenza e ognuno di noi ha avuto modo di applicare le proprie conoscenze con l’aiuto del materiale necessario (manichino‚ pocket mask‚ defibrillatore). Anche questo corso si è rivelato utile e interessante perché da un lato ha arricchito un percorso rendendolo completo da tutti i punti di vista e dall’altro‚ il fatto di essere abilitati a prestare cure di fondamentale importanza a chi ne ha bisogno‚ non solo è gratificante ma aumenta notevolmente la fiducia che nutriamo verso noi stessi.
È ovvio che questo tipo di formazione EFR va aggiornata continuamente così come gli esercizi per affrontare un’emergenza (propri dei PADI Rescue diver) è utile ripassarli e ripeterli con frequenza per assicurarti una continuità nell’apprendimento di pratiche salva vita!
Non posso che concludere offrendo una riflessione personale su quanto ho vissuto e imparato grazie a questa esperienza! Innanzitutto‚ come ho già anticipato‚ incontrare dei compagni di avventura come Lorenza e Andrea‚ ha reso sicuramente l’esperienza ancora più piacevole e avvincente‚ concludendosi con la promessa di una prossima riunione sull’isola per progetti futuri!
Io sono rimasta davvero contenta e soddisfatta dell’esperienza e Rino ed Esther sono stati una guida eccellente‚ non solo per la preparazione che entrambi possiedono (livello di esperienza‚ confidenza‚ conoscenza del mare‚ passione‚ serietà‚ loro ne hanno davvero tanta)‚ ma anche per aver reso ogni aspetto del corso subacqueo stimolante.
Inoltre‚ una volta varcata la soglia di Evasioni Blu Diving‚ mi sono sentita subito accolta all’interno di un clima amichevole e confidenziale‚ dove oltre ad una attività meravigliosa come la subacquea‚ si condivide tanto altro!
Il 24 Settembre ho preso il traghetto ma stavolta verso Palermo‚ il tempo si sarebbe guastato presto e questo ci ha costretti ad anticipare il ritorno. Ustica mi aveva lasciato un ulteriore segno e dalla poppa della nave guardavo l’isola e pensavo: quanto manca alla prossima estate?
Francesca Marino
28 anni
Assistente Sociale
Palermo‚ Italy